martedì, maggio 30, 2006

Aggiornamento Effelunga


... dopo avere segnalato la lotta in corso dei lavoratori della Feltrinelli-MediaStore precedentemente, riporto di seguito un nuovo comunicato sull'andamento dello scontro. Sembra che le cose si mettano bene, nuove forme di lotta e innovazione dei repertori di protesta sembrano essere ancora una volta la chiave di svolta della trattativa, mentre i sindacati "tradizionali" dimostrano di non avere le capacità per raccogliere una delega alla rappresentanza di questi lavoratori. Ora i lavoratori autorganizzati hanno letteralmente riaperto la trattativa, allargando il cambo di confronto ben al di là delle condizioni retributive e generalmente economicistiche. I sindacati possono forse ancora ritagliarsi un posticino da comprimari in questa vicenda solo se muteranno il loro atteggiamento, mettendo a disposizione dei lavoratori in lotta gli strumenti che maneggiano con pratica, come una buona agenzia di servizi per il conflitto.

Gli scioperi costringono l’azienda a riaprire la trattativa!

La commissione trattante del coordinamento nazionale dei delegati è stata convocata a Roma lunedì 29 e martedì 30 dall’azienda. Il muro di silenzio che la direzione aziendale si è costruita attorno comincia a cedere, vistose crepe minano la compattezza della dirigenza, la fermezza ostentata dai due presidenti vacilla. La lotta paga. Lo stato di agitazione, le mobilitazioni, gli scioperi, hanno costretto l’azienda a tornare sui propri passi, a riaprire la trattativa sui nostri punti imprescindibili. Vedremo che propongono, ma intanto vi ricordate la lettera firmata da Carlo Feltrinelli e Dario Giambelli che introduceva la loro proposta di rinnovo del contratto integrativo? Quella in cui, fra l’altro, si affermava che “quanto contenuto nel documento allegato rappresenta le migliori condizioni che possono essere assicurate alla luce di quanto sopra esposto”. Questo sostenevano i due presidenti, senza aver mai partecipato alla trattativa e con l’evidente obbiettivo di chiuderla d’autorità. Ma il nostro stato di agitazione ha colpito nel segno! Oggi i calcolatori hanno ricominciato ad elaborare dati e ad abbozzare ipotesi e proposte, il consulente sale e scende la torre 3… La proposta ed i toni della lettera dei due presidenti sono stati bocciati da tutte le assemblee dei lavoratori in tutta Italia. Il 30 Marzo è iniziato lo stato di agitazione, l’11 aprile tutti i lavoratori di Milano si sono riuniti in assemblea e hanno organizzato le mobilitazioni, il 15 aprile Milano ha dato il via al primo giro nazionale di scioperi con ottima riuscita sia sul piano delle adesioni, sia su quello della visibilità. La settimana successiva hanno scioperato altri negozi in altre città, reiterando il successo. Concluso il primo giro di scioperi, l’azienda, dopo il primo iniziale imbarazzo, ancora tace… Non ci aspettavamo una simile riuscita delle agitazioni, ma soprattutto non se l’aspettavano loro… Segnali evidenti di nervosismo e sorrisi appassiti di direttori, capi-area, capi-canale e ancora più su… danno l’idea della cantonata che la direzione aziendale ha preso nel valutare lo stato dei rapporti di forza. Hanno così tentato di far rientrare il secondo giro di scioperi con una lettera recapitata direttamente ai negozi, il giorno prima dello sciopero, nella quale si parlava di tutto, senza dire niente... Nonostante ciò il giorno dopo lo sciopero è riuscito pienamente. I colleghi da tutti i negozi si sono concentrati davanti al Megastore di Piazza Piemonte e hanno “celebrato il loro evento”… Ancora una volta abbiamo scioperato compatti ed uniti, ed ancora una volta la direzione ha dovuto incassare il colpo… inaspettato e diretto!

Continua e finisce qui.

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