giovedì, giugno 01, 2006

Elezioni municipali e movimenti: un vuoto che non si riesce a colmare


Domenica si sono tenute le elezioni comunali nelle principali città italiane, non è qui mia intenzione proporre un'analisi di questi risultati in generale, piuttosto volevo riportare cosa è successo in primo luogo a Milano dove era candidato Alex Foti che a mio modo, da non-milanese, ho sostenuto. A Milano dunque si è realizzata la peggiore fra le previsioni possibili, non solo il nuovo "signor sindaco" è la Moratti ma inoltre nessuno fra i diversi candidati espressione dei movimento milanese è stato eletto a Palazzo Marino, quindi nemmeno Alex. La candidatura di Alex è arrivata a raccogliere 248 preferenze, non so rispetto a Milano che tipo di risultato possano rappresentare ma comunque siamo alle sfumature di quella che è una batosta. Agli altri candidati di "movimento" (2 in rifonda, 1 nei verdi, 1 con Fo) non è andata meglio e il risultato complessivo è quello che davvero preoccupa. L'inverno del movimento milanese, che la Maydayparade di un mese sembrava scongiurare, è in corso e rischia ora di mutarsi in un inverno post-atomico dalla durata imprevedibile. Ha contato più delle/dei centomila della Maydayparade la difficoltà delle diverse anime del movimento milanese nel superare spinte frammentariste, così come lo strascico dei fatti del 22 marzo scorso.
Vorrei aggiungere due info su Roma, giusto per aprire un ragionamento. Veltroni è stato rieletto contro il "fascista con la celtica al collo", questo è certamente buona cosa. La lista RomaArcobaleno, espressione diretta del movimento romano e non solo in senso stretto, non è però decollata, infatti pur raccogliento un bel gruzzolo di voti non elegge nessuno al Campidoglio.
Rispetto a Milano le cose sono diverse per almeno tre ragioni: da una parte ha vinto il Polo dall'altra l'Unione; da una parte i candidati "di movimento" erano candidati in diverse liste, dall'altra in un'unica lista indipendente e autonoma; da una parte si sapeva ci fosse maretta e atrito fra le diverse aree di movimento, dall'altra invece c'è stato un processo coraggioso di ricomposizione dei soggetti in campo ed anche degli sforzi.
Ora, la cosa evidente in entrambi i casi è che le diverse forme sperimentate non sono riuscite ad attirare l'attenzione e il voto nelle dimensioni sperate, nessun eletto è comunque un verdetto duro e ineluddibile. Le diversità sottolineate qui sopra fra le due realtà metropolitane rimarcano l'esistenza di una problematicità profonda nel rapporto movimenti e istituzioni che al momento non vede sbocchi, niente di nuovo in verità, ma comunque una nuova bella sberla per tutti quelli che ci avevano creduto, anche in forme e attraverso strade differenti.

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