lunedì, luglio 17, 2006

"Lui l'ha ucciso, con il suo sasso!" - da Giap#6, VIII serie



"Molti, dunque, sanno già benissimo
come sarà il morto di Genova.
Si prevede
la faccia, la pettinatura,
l’abbigliamento,
il curriculum.
Tutti conoscono già - e si ripetono -
l’età,
i precedenti, le frasi, le canzoni,
le predilezioni, gli affetti, gli effetti,
e su che ritmo stava ballando in quel momento"

(Dal "rap" di Alberto Arbasino intitolato "Un morto a Genova", giugno 2001)



Si avvicina il quinto anniversario dell'assassinio di Carlo Giuliani, nonché dei pestaggi, delle torture, dei fermi illegali al G8 di Genova. Il quinto anniversario di Bolzaneto.
La sfiga di morire d'estate è che l'anniversario cade in piena aria di smobilitazione, con la gente al mare etc. Stavolta, poi, siam pure campioni del mondo... Poo po po po po poo po.... Non che morire d'inverno garantisca chissà che... Piazza Fontana è un 12 dicembre (sei mesi e sei giorni prima di Italia-Germania 4-3!). Qualche giorno fa ci scrive Giuliano Santoro di Carta. Ci chiede se scriviamo qualcosa per la rivista, il numero dedicato alla ricorrenza. Il preavviso è troppo breve, non ce la facciamo, chiediamo scusa. Però il tarlo rode, e rode, e rode. Poi capita di scaricare un video... Carlo Giuliani fu ucciso da un proiettile con effetto "dum dum". Qualcuno gli sparò in faccia, con traiettoria diretta. Lo dimostrano i filmati e le fotografie, benché alcuni "periti" si siano inventati la storia del colpo sparato in aria, deviato da un calcinaccio volante. Carlo Giuliani fu ucciso da Mario Placanica, dicono. Un carabiniere ausiliario che stava nell'Arma da sei mesi. A uno così darebbero in mano un'arma caricata con un proiettile illegale? Secondo la versione ufficiale, sul defender c'erano soltanto due carabinieri. Eppure si vede un terzo uomo, o meglio: si vede un paio di mani in più, che non si sa a chi appartengano. Carlo Giuliani era ancora vivo quando il defender dei CC passò sopra il suo corpo per due volte. Un Defender vuoto pesa diciannove quintali. Pieno, intorno ai venticinque. Questo defender, però, doveva essere leggero, anzi, alato. Secondo le ricostruzioni dell'Arma (e di media compiacenti), era "bloccato" e "a motore spento"... eppure si eclissò dal luogo del delitto in cinque secondi netti. Si vede nei filmati. Un defender che ci è sempre stato descritto come "isolato" e "in balìa di numerosi manifestanti", a dispetto di quanto si vede in tutte le immagini. Carlo Giuliani era ancora vivo quando lo squadrone della morte (come chiamarlo, altrimenti?) lo attorniò, scacciò tutti i testimoni, un carabiniere lo prese a calci (vedi foto) e qualcuno gli sbattè con violenza una pietra sulla fronte. Un grosso ciottolo bianco, insanguinato, presente in diverse foto accanto al corpo, e in seguito, puf!, scomparso. Carlo Giuliani era ancora vivo quando un certo vicequestore (che pochi minuti prima, per sua stessa ammissione, aveva scagliato sassi contro il corteo di via Tolemaide, come un teppista qualsiasi: un vicequestore!) finse di inseguire il primo malcapitato sbraitando: "Tu l'hai ucciso! Col tuo sasso!". Prima di prodursi in questa scenetta, s'era assicurato che la telecamera di Terra! (il programma condotto da Toni Capuozzo) lo stesse riprendendo. Insieme a Capuozzo, il primo giornalista ad accorrere in piazza Alimonda, pochissimi minuti dopo l'omicidio, fu Renato Farina, vicedirettore di "Libero", nome in codice "Betulla", a libro paga del SISMI. Carlo Giuliani era privo di sensi, spezzato, maciullato, ancora vivo. Ogni nervo del suo corpo stava urlando inascoltato. Inascoltato, già stereotipizzato, preventivamente irriso dalla satira del Potere, calunniato col ghigno sulle labbra dal nuovo qualunquismo. Eh, ma stava per tirare un estintore! Eh, ma si sapeva che c'era il morto, l'aveva scritto pure Arbasino! Che banalità, farsi ammazzare dalle forze dell'ordine. Eh, ma sai, questi "coglioni post-Seattle", questi qui che (sempre Arbasino dixit), hanno "gli occhiali da sole globali, / i compact globali, i concerti globali, / i rave e rap e hiphop e DVD globali, / i piercing universali globali / tutti uguali..." Ma com'è arguto Arbasino! E che bei versi! Glieli pubblica Feltrinelli, pensa... [Che poi parti cospicue dello stesso movimento, nel biennio successivo, abbiano fatto di tutto per corrispondere a stereotipi, beh, quella è un'altra storia. Triste. Ne parleremo un'altra volta.] Molti degli accadimenti del G8 hanno dato vita a processi. Ma la morte di Carlo è stata archiviata. Circola un appello per la formazione di una commissione parlamentare d'inchiesta sui fatti del G8. Una commissione che indaghi davvero, non un comitato-burla come quello formato all'indomani di quei fatti. Il testo è sul sito piazzacarlogiuliani.org. Firmatelo, fatelo circolare. Il 20 luglio "Liberazione" avrà in allegato un dvd, "Quale verità per Piazza Alimonda?". Nel video, Giuliano Giuliani commenta le foto e i filmati agli atti del processo conclusosi con l'archiviazione. Archiviazione che appare davvero incredibile, vista la verità che emerge da questi materiali. E' il video di cui sopra, quello appena visto. Merita una grande diffusione. Tante cose, in Italia, meritano una grande diffusione, e raramente la ottengono. Ma il giorno dopo quello scempio, il 21 luglio, a Genova eravamo in trecentomila. E' lecito sperare che la maggior parte di noi tenga viva la memoria di quei giorni, e abbia ancora sete di giustizia.
Il video è già scaricabile in diversi formati, qui. Con la banda larga è più semplice, ovviamente. Comunque scaricatelo, fatelo girare. E se volete dare una mano al Supporto legale...

Per l'intervento con i collegamenti originali vedere qui.

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