mercoledì, novembre 22, 2006

Networking. La rete come arte.


"Il primo tentativo di ricostruzione della storia del networking artistico in Italia. Un'analisi sull'uso creativo e condiviso delle tecnologie, dal video al computer e sulla formazione di una comunità hacker italiana. Un riflessione sul ruolo dell'artista che si fa networker, ricollegandosi alle neoavanguardie degli anni Sessanta."

Queste sono le prime frasi utilizzate per presentare il libro Networking. La rete come arte scritto da Tatiana Bazzichelli. L'autrice studia da parecchi anni le interazioni fra l'arte e l'uso della Rete - tanto che ha fondato prima il progetto ATTIVIsmo ARTistico e poi il progetto AHA: activism, hacking, artivism - e si è laureata in Sociologia delle comunicazioni di massa a Roma nel 1999. Ha curato poi rassegne, eventi e convegni, fra cui Hack.it.art (Berlino, 2005), Arte in rete in Italia (Berlino, 2005), MediaDemocracy and Telestreet (Monaco, 2004), AHA (Roma, 2002), Hacker Art Lab (Perugia, 2000). Pare un testo molto interessante, magari ci torneremo dopo una letta più approfondita. Il libro, di cui riporto di seguito la presentazione completa, è sotto licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-ShareAlike License, quindi si può liberamente scaricare dal sito dedicato (qui).

IL LIBRO

Fare network significa creare reti di relazione, per la condivisione di esperienze e idee in vista di una comunicazione e di una sperimentazione artistica in cui emittente e destinatario, artista e pubblico, agiscono sullo stesso piano.

In Italia, grazie all'uso alternativo della rete Internet, nel corso di venti anni di sperimentazione si è formato un vasto network nazionale di persone che condividono obiettivi politici, culturali e artistici. Attivi in ambienti underground, questi progetti utilizzano media diversi (computer, video, televisione, radio, riviste) e si occupano di sperimentazione tecnologica, ovvero di hacktivism, secondo la terminologia in uso in Italia dove la componente politica è centrale.

Il network italiano propone infatti una forma di informazione critica, diffusa attraverso progetti indipendenti e collettivi in cui l'idea della libertà di espressione è centrale. Allo stesso tempo, costruisce una riflessione sul nuovo ruolo dell'artista e autore che si fa networker, operatore di reti collettive, ricollegandosi alle pratiche artistiche delle Neoavanguardie degli anni Sessanta (prima fra tutte Fluxus), ma anche alla Mail Art, al Neoismo e a Luther Blissett.

Un percorso che va dalle BBS, reti telematiche alternative diffuse in Italia dalla metà degli anni Ottanta ancor prima di Internet, fino agli Hackmeeting, alle Telestreet e alle pratiche di networking e net art di diversi artisti e attivisti, fra cui 0100101110101101.ORG, [epidemiC], Jaromil, Giacomo Verde, Giovanotti Mondani Meccanici, Correnti Magnetiche, Candida TV, Tommaso Tozzi, Federico Bucalossi, Massimo Contrasto, Mariano Equizzi, Pigreca, Molleindustria, Guerriglia Marketing, Sexyshock, Phag Off e molti altri.

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