mercoledì, giugno 11, 2008

Il Mediterraneo, strage continua a cielo aperto

di Germana Graceffo
da kom-pa

Continua ad aumentare il numero dei morti della guerra dichiarata ai migranti dall’Europa e dall’Italia. Decine di cadaveri dispersi nel Canale di Sicilia, altri cadaveri impigliati sugli scogli del ragusano, a Linosa, a Lampedusa, effetti collaterali delle decisioni assunte o semplicemente annunciate sulla introduzione del reato di immigrazione clandestina e sull’inasprimento delle normative sulla protezione internazionale e sui ricongiungimenti familiari, decisioni europee che con l’adozione della direttiva rimpatri permetteranno di portare fino a 18 mesi la detenzione amministrativa di tutti i migranti costretti ad arrivare irregolarmente in Italia.

Il nuovo pacchetto sicurezza, con quattro disegni di legge ed un decreto legge già operativo, segna un ritorno ad uno stato fascistoide nel quale l’arbitrio della polizia viene sottratto persino al controllo di legalità della magistratura. Un omaggio agli alleati post-fascisti di Berlusconi e alla Lega Nord, che già quattro anni fa avevano dichiarato che si sarebbe dovuto sparare agli immigranti mentre erano ancora a bordo delle navi.

L’opposizione condivide 9 punti su 12 del pacchetto sicurezza proposto da Maroni, ed é pronta ad un voto di tutte quelle misure repressive, anche nei confronti dei cittadini comunitari, che già erano state annunciate dal ministro degli interni Amato. Ma soprattutto, dopo gli accordi italo-libici sottoscritti a Tripoli il 29 dicembre dello scorso anno, si propongono come i garanti della continuità in politica estera, additando la strada che deve seguire il nuovo governo.

Il governo Berlusconi ripropone infami accordi di riammissione, anche con paesi come la Libia e la Tunisia che non riconoscono effettivamente il diritto di asilo e che praticano la tortura e la detenzione arbitraria, per bloccare gli irregolari prima che arrivino in Italia o per rispedire indietro come carne da macello i migranti che riescono a raggiungere le nostre coste.

In questo quadro la Sicilia e le isole minore vengono militarizzate, con l’ampliamento dei centri di identificazione ed espulsione e la creazione di nuovi centri presso le vecchie caserme militari. I vecchi CPT cambiano nome: si chiameranno CIE (Centri di identificazione ed espulsione), centri che serviranno ad assicurare l’arresto immediato e la detenzione amministrativa dei migranti che arrivano dopo avere attraversato il deserto ed il canale di Sicilia. Lampedusa si trasforma in un gigantesco lager a cielo aperto: il sindaco propone di circondare con filo spinato il centro di accoglienza creato dal precedente governo; la parlamentare Maraventano chiede la costruzione dei centri di detenzione per immigrati a mare.

Foto di arkano3 [el naufragio], con licenza Creative Commons da flickr

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